Le volpi si vedono di rado, si aggirano furtivamente di notte per la campagna in cerca di prede e forse per queso sono misteriose, affascinanti e accattivanti. In Cina si pensa che le volpi, che si aggirano nei cimiteri, siano gli spiriti dei morti.
In Giappone, invece, credono che la volpe sia messaggera ed ancella della dea Inari, divinità shintoista della fertilità e dell’agricoltura. La volpe è simbolo di furbizia, sensualità ed erotismo, soprattutto femminili. E’ una creatura divina ma estremamente dispettosa.
I suoi poteri aumentano con l’età: a cent’anni le cresce una nuova coda e acquisisce il potere di prendere sembianze umane, generalmente femminili ed è in grado di stregare le persone inducendole a commettere cattive azioni.
Kitzune acquisisce la nona coda a mille anni di età e la sua pelliccia si fa bianca, argento o d’oro. I suoi poteri si rafforzano tanto da consentirle di percepire tutto ciò che accade nel mondo e raggiungere una infinita saggezza, prevedendo addirittura il futuro.
Le volpi nere portano fortuna, quelle bianche annunciano malasorte e la comparsa di tre volpi è presagio di una tragedia di immani proporzioni.
Le Kitzune amano comparire tra gli uomini con le sembianze di donne meravigliose, ma devono stare attente perchè potrebbero essere scoperte; non possono infatti mai trasformarsi del tutto, la loro coda può essere visibile se riflessa nell’acqua. Possono trasformarsi anche in elementi naturali quali acqua, alberi, pietra o animali.
La Kitzune porta con sè la “sfera di stelle” che conserva i suoi poteri, quando cambia forma. Alcune tradizioni raccontano che, rubandole il gioiello, possiamo chiederle aiuto e protezione. Altre sostengono che il gioiello contiene la sua anima e se dovesse esserle sottratta, la Kitzune morirebbe.
In Giappone, a guardia dei diecimila templi dedicai a Inari, ci sono due volpi, maschio e femmina, con la gemma dei desideri in bocca e la punta della coda a forma di prezioso.