Il loto è una pianta acquatica che vive in stagni e laghetti, il periodo di fioritura è l’estate. I fiori di loto possono essere confusi con le ninfee ma differentemente da loro hanno foglie che spuntano dall’acqua e non poggiano sull’acqua.
In Giappone hasu significa purezza dell’anima. Simboleggia ciò che di buono può nascere dal torbido, nascendo egli stesso da uno stagno buio e fangoso. Nella religione buddista simboleggia l’integrità del corpo e della parola.
Una leggenda narra di una terribile epidemia che colpì l’odierna città di Kyoto. Per scacciare la malattia e allontanare gli spiriti maligni che la causarono, il Signore di Koriyama seguì il consiglio di un eremita e piantò fiori di loto nel fossato del castello. Il Castello del Loto, così venne ribattezzato, fu trascurato dal figlio di Koriyama dopo che il Signore morì. Un giorno un samurai vide dei ragazzi che giocavano vicino all’acqua e cercò di allontanarli per paura che cadessero nel fossato ma essi si tuffarono e scomparvero. Il samurai raccontò l’accaduto agli alti funzionari del regno che si occuparono di ripulire il fossato per cercarli, ma non furono trovati. Poco dopo un altro samurai vide i ragazzi e pensando fossero spiriti malvagi, li uccise con la spada. Si trattava degli spiriti del loto che da anni proteggevano il castello dalle epidemie. Mortificato per quel che aveva fatto il samurai si uccise praticando l’ haraiki (cerimonia del suicidio). I fiori continuarono a fiorire ma non furono più visti gli spiriti del loto.